A tu per tu con Mauro Banfi

Abbiamo incontrato Mauro Banfi, musicista varesino da poco tornato in città dopo quindici anni vissuti a Londra. Siamo rimasti affascinati dal suo grande percorso artistico, che lo ha visto protagonista insieme ad importanti personaggi del mondo musicale e dello spettacolo.

Nato nel 1976, si avvicina alla musica già all’età di quattro anni, spinto dalla madre per scaricare quel “surplus di energie” tipico di molti bambini.

Inizia a prendere lezioni di pianoforte dalle suore e, giorno dopo giorno, acquista sempre maggior dimestichezza con lo strumento, quello in cui eccelle di più.

Frequenta il Liceo Scientifico Ferraris e, in qualità di rappresentante d’Istituto, ravviva la scena musicale organizzando concerti con le band degli alunni presso il Palaghiaccio di Varese e varie discoteche, attirando migliaia di ragazzi da altre scuole superiori di Varese e Provincia.

Si mostra curioso verso molti generi, ma è durante un concerto jazz che capisce che la musica afroamericana è la sua preferita. Mentre è ancora al liceo, quindi, inizia a studiare arrangiamento per orchestra jazz con il Maestro F. Daccó, presso il CDM a Milano. Suona anche il trombone, prima al Conservatorio G. Nicolini di Piacenza, poi al G. Verdi di Milano, oltre al suo sempre amato pianoforte.

Tra il 1992 ed il 2002, ancora giovanissimo, suona in locali, feste studentesche e sui primi palchi prestigiosi, come quello del Ponderosa o della Stagione Musicale Varesina 1995, dove ad una delle sue band, i QuickLime, viene chiesto di aprire per il rapper Frankie-Hi-Energy e per i Dream Theater, famoso gruppo metal statunitense. Lo si vede anche sul palco della prima edizione di Live “Quando Le Stelle Non Stanno A Guardare”, in Piazza Duomo a Milano per Emergency.

Dopo la maturità scientifica, inizia un periodo di ricerca formativa che accomuna tutti i musicisti varesini che vogliono fare della musica una professione, ma che nel nostro territorio, purtroppo, non riescono ad emergere.

Milano diventa certamente la prima meta, dove Mauro frequenta il corso per turnisti del NAMM, seguito dal corso triennale di Alta Formazione tenuto dal Maestro Franco D’Andrea presso il CPM, oltre a tre anni di studio con il Maestro Antonio Faraó. Partecipa anche a diversi seminari e workshop, inclusi Siena Jazz, la Civica Jazz di Milano ed Umbria Jazz, dove viene premiato per due anni consecutivi con l’Award for Outstanding Musicianship.

La sua carriera artistica, però, spicca il volo quando inizia a lavorare con noti personaggi del panorama musicale italiano, come Giorgio Merk-Ricordi (figlio di Rita Pavone) e Carlo Verdone.

Molte di queste esperienze derivano dal suo impegno come direttore musicale dei “No One Else”, gruppo gospel che, oltre a quattro musicisti professionisti, comprende anche dodici coristi di noti artisti come Gloria Gaynor, Pavarotti International, Ramazzotti, Laura Pausini, Jovanotti…

Nel gruppo canta anche il varesino Fabio Ilacqua, solista ed autore del testo di “Occidentali’s Karma”, canzone vincitrice del Festival di San Remo 2017.

La sua prima docenza arriva grazie al suo Maestro Franco D’Andrea, che lo propone come insegnante proprio nell’Istituto in cui studia in musica moderna, il CPM di Milano.

Distintosi durante un workshop a Roma sulla scrittura ed arrangiamento per musical, viene invitato dal Maestro d’orchestra americano William David Brohn ad assistere alle prove del musical Ragtime, a Londra. Mauro accetta volentieri, anche con l’intenzione di comprendere meglio la scena musicale inglese e di sperimentare l’offerta formativa dei conservatori londinesi.

Qui scopre la Guildhall School of Music and Drama (GSMD), dove ottiene un Masters Degree in Jazz Performance nel 2004. Mauro è l’unico jazzista italiano nel dormitorio della scuola, tra attori e musicisti classici. Diventa così l’Italian coach per i cantanti d’opera della Royal Opera House, uno dei teatri più famosi al mondo. Da qui, nasce una collaborazione con compositori contemporanei e si appassiona al coro e all’orchestra sinfonica.

Dopo l’ultima esibizione di rilievo in Italia, all’Umbria Jazz Winter 2002 ad Orvieto, si trasferisce definitivamente nella capitale inglese, dove rimarrà fino al febbraio del 2017.

Per Mauro la formazione a Londra è fondamentale, si diverte ed impara molto. Nulla a che vedere col mondo del lavoro, molto più complesso ed imprevedibile. Dopo la permanenza alla GSMD, inizia per lui un periodo più complicato, a cui tutti gli immigrati sono sottoposti: aggirare le trappole burocratiche, cercare casa, trovare un’occupazione ed espandere la stretta cerchia di conoscenze dalla propria comunità a quella internazionale.

Fortunatamente, grazie al prestigio del Masters ed alle audizioni di successo, arrivano i primi contratti di docenza, come quello presso il City and Islington College, dove tiene corsi parauniversitari per aspiranti professionisti.

Dal 2004 al 2011 è assunto dalla Pembroke College, a Cambridge, prima come insegnante e poi come Direttore. Tra i patroni della scuola, il Direttore d’orchestra Sir Colin Davis.

Qui Mauro segue il progetto PAM (Pembroke Academy of Music), che offre lezioni di musica per bambini di Elephant & Castle, uno dei quartieri più poveri e multietnici di Londra.

“Era una melting pot di culture seguite da incredibili musicisti. I genitori degli allievi contribuivano agli incontri portando cibo tipico del loro Paese d’origine.”

Mauro, a contatto con le famiglie e gli insegnanti, conosce la Londra dei londinesi, integrandosi perfettamente con la loro cultura.

Per sette anni, inoltre, tiene classi corali al Liceo Francese Charles de Gaulle, a South Kensington.

“Ricordo quando ho proposto ai bambini una selezione di pezzi dei Beatles per un concerto di fine anno e uno di loro mi disse “se vuole maestro invito Ringo Starr, lo vedo sempre in ascensore”, o l’eccitazione degli insegnanti perché i gemelli di Angelina Jolie e Brad Pitt pare dovessero iscriversi.”

Nello stesso periodo inizia a lavorare come turnista in studio per JPM Recordings e Darkjoint Production, attivi nella scena R&B londinese, e registra per diversi Djs di dance music sotto contratto con Ministry of Sound.

Suona inoltre per la serie britannica “The Restaurant”, in onda su BBC fino al 2010.

Nel 2005 Mauro è il primo jazzista invitato ad esibirsi all’Italian Cultural Institute London, sede culturale dell’Ambasciata Italiana a Londra. L’esibizione si tiene in duo con Chris Hill al contrabbasso.

Nello stesso anno nasce il gruppo jazz Quazamba, nato dall’idea di Mauro e dell’amico Fabio Zambelli di fondere melodie di sensibilità europea a concetti ritmici della scena contemporanea newyorkese. Tra il 2006 e il 2012 il gruppo gira per tutta Europa, esibendosi in diversi club e festival, tra cui il London Jazz Festival 2012, con ospite Dave Samuels al vibrafono.

Il quartetto “Quazamba”
Quazamba, prima edizione con batterista inglese. Da sinistra: Mauro Banfi, Matt Baker, Oliver Blackman e Fabio Zambelli

Nel 2007 Mauro fonda anche la Rhythm and Muse, casa discografica per sincronizzazione di musica e media.

“A Londra è più semplice mettersi in proprio, sei libero da tutti i cavilli burocratici che potresti trovare in Italia. Ho aperto la società con solo 19 pound!”

Nonostante sia ormai un musicista affermato, Mauro capisce che l’Inghilterra non è più adatta ad accogliere le sue esigenze artistiche.

Nel 2016, poco prima della Brexit, percepisce l’aria dell’imminente cambiamento e vende casa.

Scende così dalla ruota di Londra: “È una città piena di stimoli, ma se vuoi rimanere al passo coi ritmi, devi continuare a girare. È stata un’esperienza fantastica su cui potrei scrivere un libro. Accettavo troppi lavori che, anche se ben pagati, potevano svanire da un giorno all’altro; continuavo ad accantonare progetti di musica originali che mi stavano a cuore. Un giorno ti svegli ed è passato un anno, un altro ne son passati cinque e poi perdi il conto.”

Mauro lascia a malincuore il Paese che lo ha ospitato per tanti anni, in cui ha conosciuto un popolo pragmatico, con una concezione semplice del lavoro e privo di sovrastrutture mentali.

Torna così alla sua Varese, portando con sé un bagaglio multiculturale che sicuramente arricchirà anche chi leggerà di lui.

Deve ora scontrarsi con la burocrazia italiana per farsi riconoscere i titoli di studio ottenuti nel Regno Unito.

Attualmente segue le sue tre compagnie, Records, Sound Production Library e Publishing.

Si diverte a produrre il rapper varesino Kaso, amico di vecchia data, e finalmente può dedicarsi alla scrittura di pezzi originali jazz e pop/rock. Con gli amici Matteo Pozzoni e Maurizio Venturin sta avviando un nuovo business, Electric Lady Pickups, per la progettazione e creazione custom di pickup per chitarra.

Noi siamo incantati dalla sua storia e gli auguriamo di continuare la sua già ricca carriera musicale al meglio. Speriamo vivamente che anche voi possiate apprezzare la personalità brillante e dinamica di questo grande artista.

Mauro Banfi a Valencia, 2008

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