Il Liberty, ispirato al nuovo, al moderno, allo slancio giovanile, non mancò di colpire anche Varese.
Girando per Varese, infatti, è facile imbattersi in edifici con questo stile: ne sono un esempio Villa Recalcati, Il Palace Grand Hotel e il Birrificio Poretti.
Birrificio Poretti
Il complesso della fabbrica del Birrificio Poretti, alle porte di Varese, rappresenta una delle rare testimonianze di edilizia industriale Liberty. Il birrificio viene progettato nei primi anni del ‘900 in stile Jugendstil: la versione industriale del Liberty floreale.
Per questo motivo l’edificio è ricco di mascheroni, grottesche, medaglioni con frange a gocce, lesene giganti e conchiglie, tutti ispirati al naturalismo e al classicismo dell’epoca.
Elementi decorativi in stile si alternano a festoni di fiori di luppoli e tini di ferro battuto che ricordano la funzionalità dell’edificio. Così come i tipici colori giallo e grigio che richiamano la birra.
Funicolare Sacro Monte
Anche il Sacro Monte al suo interno contiene numerosi esempi dello stile Liberty. I due più rappresentativi sono la stazione di arrivo della funicolare e alcune lampade per l’illuminazione della strada.
La funicolare è stata attivata nel 1909 e aveva come scopo quello di collegare la città di Varese con il massiccio del Campo dei Fiori.
Palace Grand Hotel
Nel 1905 viene fondata la Società Grandi Alberghi con l’intento di costruire una sorta di “acropoli” turistica sul Colle Campigli.
Questo progetto si sviluppa attraverso la costruzione di alcune strutture: il piazzale del Kursaal, il teatro e il Palace Grand Hotel.
L’Hotel si sviluppa come una cittadella sopraelevata, dalla quale è possibile ammirare la città di Varese dal versante sud e il lago di Varese dal versante nord.
Durante la Seconda Guerra Mondiale alcune strutture sono state danneggiate dai bombardamenti, oggi infatti non è più possibile ammirare il palazzo del Kursaal e neanche il teatro.
La struttura dell’albergo è sostanzialmente rimasta la stessa concepita da Giuseppe Sommaruga(1867-1917), protagonista del Liberty Italiano che più di ogni altro contribuirà alla diffusione del nuovo stile in zona, nel 1911: un massiccio parallelepipedo, dalle mura color malta, senza intonaco, con una torre laterale, che gli conferiscono l’aspetto di un maniero. Alcune finestre sono dotate di balconi, le cui ringhiere sono opera di Alessandro Mazzucotelli, come del resto le grondaie del tetto e i lampioni nel parco circostante. In passato era possibile raggiungere l’Hotel attraverso una funicolare che collegava la base della collina con la cima, anche essa però è stata danneggiata dai bombardamenti e oggi rimane solo la stazione superiore.
Villa Recalcati
Villa Recalcati sorge a Casbeno, è una magnifica
dimora nobiliare settecentesca che si affaccia sulle splendide rive del Lago di
Varese. Attualmente sede della Provincia di Varese e della Prefettura.
Il primo nucleo della Villa risale
alla fine del ‘600.
Il primo insediamento, caratterizzato in senso
di villa rurale, venne ingentilito nei tratti ed arricchito negli arredi nel
corso del XVIII secolo, aderendo all’ideale del rococò.
Nel 1874 essa venne tramutata in uno dei più lussuosi
e rinomati alberghi del Nord Italia, il Grand Hotel Excelsior.
Varese fu durante la Belle Epoque, un importante
centro turistico, richiamando visitatori elitari, attirati dagli scenari
naturali garantiti dalle montagne e dal lago.
Si
confermava in quegli anni il ruolo di primo piano della città nel panorama
mondano italiano, come meta del turismo di lusso, in particolare dalla vicina
Milano, ma non solo.
Stante la necessità di maggiore spazio, il corpo
della Villa venne notevolmente accresciuto, con la costruzione di
altri fabbricati che raggiunsero l’altezza di quello principale centrale.
Questa età dell’oro varesina subì un brusco
arresto con la recessione seguita al primo conflitto mondiale: l’Hotel dovette
dichiarare fallimento nel 1927 e dal 1931 la Villa
divenne proprietà della Provincia di Varese,
che vi collocò la propria sede.
Il parco stesso è motivo decorativo per questo
bellissimo edificio.
Nell’800 il parco subì una trasformazione in
senso romantico, ad opera di Enrico Combi, che si ispirava maggiormente agli stilemi del
giardino all’inglese, il quale risultava molto più naturale e solo
apparentemente incolto.
Il passaggio del complesso alla Provincia
comportò un lungo periodo di abbandono per il parco, che solo nel 1997 venne
restaurato all’antico splendore ed aperto al pubblico.